Jobot – CrowdFundMe – approfondimento

Eutronica Srl è una start-up innovativa creata nel 2015, con sede a Faenza e iscritta presso la Camera di Commercio di Ravenna. Il core business della startup è lo sviluppo e l’industrializzazione del progetto robotico Jobot, un sistema di trasporto compatto ed efficiente che si muove all’interno di rotte programmate eseguendo semplici missioni da stazioni di carico e scarico a centri di lavoro. Non necessitando, per spostarsi, di cablaggi o guide, Jobot ha possibilità di impiego infinite.

Jobot consente alle persone impiegate in azienda di risparmiare tempo. Dimensionando opportunamente la flotta di Jobot (e grazie agli algoritmi di ottimizzazione delle missioni) è possibile una riduzione degli spostamenti fino all’80%. Inoltre, Jobot promette di ridurre dei tempi di attesa di materiali, componenti, attrezzature di supporto necessari all’avanzamento o all’avvio dei processi produttivi. Il tutto a prezzi considerati dall’azienda altamente competitivi.

Il modello di business di Eutronica prevede, oltre all’assistenza postvendita, anche la possibilità di vendita PAAS (Product As A Service). Nel Business Plan sono previste le vendite complessive, sia attraverso distributori e agenti che vendite dirette. Il prezzo considerato è il costo medio ponderato previsionale (12.000 euro).
Con previsioni di vendita che consistono in 20 Jobot venduti nel 2020, 100 nel 2021 (grazie all’inserimento nel team di due agenti Italia e un’area manager per un primo Paese estero) quando – secondo il business plan – Eutronica raggiungerà la sostenibilità finanziaria. Negli anni successivi si prevedono vendite per 150 unità (2022), per 250 nel 2023 e 350 nel 2024.

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Le Quote

La startup innovativa EUTRONICA srl (Faenza, via Einstein 6) ha scelto la piattaforma CrowdFundMe per avviare l’operazione di equity crowdfunding votata all’unanimità dall’assemblea dei soci lo scorso 15 luglio. 

La startup che ha progettato, prodotto e commercializzato Jobot, veicolo autonomo da interno, ha approvato un aumento di capitale sociale a pagamento di complessivi 30.000 euro con un sovrapprezzo di complessivi 120.000 euro da suddividere in due tranche: 

  • La prima con aumento di nominali 16.000 euro con un sovrapprezzo di 64.000 euro, inscindibile, da sottoscrivere entro e non oltre il 31 ottobre 2020;  
  • La seconda tranche di aumento di nominali 14.000 euro con sovrapprezzo di 56.000 euro, scindibile, da sottoscrivere entro e non oltre il 15 novembre 2020

L’aumento è previsto mediante emissione di due tipi di quote. 

Le quote categoria A, con un investimento pari o superiore a 15.000 euro hanno le seguenti caratteristiche:

  • Consentono l’esercizio del diritto di voto; 
  • Non sono soggette al diritto di prelazione e al diritto di gradimento in caso di successione mortis causa; 
  • Consentono l’esercizio del diritto di co-vendita (c.d. “tag-along”);

Le quote di categoria B, con investimento pari o superiore a 500 euro ma inferiore a 15.000 euro. Tali quote sono prive del diritto di voto e di tutti gli altri diritti riservati alle quote di soci ordinari;

La categoria di quote “Soci Fondatori” è assegnata a coloro che risultavano già soci all’assemblea del 15 luglio 2020 che ha deliberato l’aumento di capitale. 

L’offerta prevede la possibilità per gli investitori di sottoscrivere quote di categoria A e quote di categoria B in ragione del 4,9% – in caso di sottoscrizione integrale della parte inscindibile – ovvero dell’8,7% – in caso di sottoscrizione integrale anche della parte scindibile – del capitale sociale complessivo. Ai fini del perfezionamento dell’aumento di capitale è obbligatoria la sottoscrizione di una quota minima del 5% da parte di un investitore professionale. 

Con un obiettivo di 80.000 euro e un chip minimo di 500 euro, ad oggi (alla data di redazione dell’articolo 29 Agosto 2020) sono stati raccolti il 46% della somma prevista (37.610 euro), con la quota riservata agli investitori professionali pressoché raggiunta (Onit Group ha versato 3.947 euro sui 4.000 previsti della parte inscindibile). 

La squadra di esperti

Paolo Fattori è il presidente del Consiglio d’Amministrazione. Responsabile impianti  presso la CMC Monoceram, dal 1979 è socio fondatore di El.Fa Elettronica S.n.c., poi divenuta S.r.l., con incarico di co-amministratore, responsabile progettazione e R&D. El.Fa è il socio di maggioranza di Eutronica e ha sviluppato la distinta base  per il calcolo del costo del venduto ed è anche fornitrice ad Eutronica stessa del prodotto assemblato per i primi lotti di venduto.

Il vicepresidente è Alfeo Casta, laurea in informatica e un presente in VM Sistemi, di cui è socio fondatore e componente del Consiglio di Amministrazione.
I consiglieri di amministrazione sono: Luca Valli, ingegnere aerospaziale, con una lunga militanza come direttore del CISE (Centro per l’Innovazione e lo Sviluppo Economico) dal gennaio 1996 al gennaio 2017. In precedenza, dal settembre 1991, è stato responsabile del CITT di Forlì (Centro per l’Innovazione ed il Trasferimento di Tecnologie); Lorenzo Sforzini, laurea in Scienze dell’informazione e direttore tecnico di ONIT; Mauro Gorini, un executive master in Business Administration di STOGEA a Bologna, con diverse posizioni apicali in società di costruzioni, infrastrutture ed energie rinnovabili.

I pro e i contro dell’investimento

Il target di riferimento di Eutronica è costituito dalla PMI che scontano le difficoltà finanziarie per acquisti di macchinari di questo tipo. Quello che è probabilmente il maggiore vantaggio del progetto Jobot è che Eutronica possiede tutto il know-how necessario per la costruzione di un macchinario AGV di questo tipo (elettronica, software e sistema di navigazione).
Questo, naturalmente, permette di presentare il prodotto sul mercato a costi notevolmente competitivi.
Solo un esempio esplicativo: un AGV di altro segmento è collocato sul mercato a un prezzo non inferiore ai 25-30.000 euro. Jobot invece, ha un prezzo medio finito tra i 12.000 e i 15.000 euro. 

Il rischio dell’investimento è connesso alla struttura societaria (startup innovativa), particolarmente esposta al rischio imprenditoriale connesso alla capacità della società di realizzare il proprio modello di business.
Inoltre, essendo la società costituita nel 2015, il raggiungimento degli obiettivi illustrati nel Business Plan sono stime e ponderazioni  non basate su dati storici e che, per quanto prudenziali, non danno  certezze in merito sulla futura realizzazione.

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