L’idea imprenditoriale
RE(Y) VENEZIA è una società di scopo sotto forma di start-up innovativa e capitalizzata in parte tramite equity crowdfunding.
RE(Y) Venezia nasce per un intervento di efficientamento energetico presso il centro commerciale “La Piazza” a Venezia est effettuato 25 anni fa anche per riqualificare un’area urbana marginale.
Nel sito si sono sviluppati nel tempo un contesto residenziale, servizi e oltre 100 attività commerciali ed artigianali. La capitalizzazione che parte da 30.00 euro (90% versati da InfinityHub Spa e 10% eENERGY srl) è stata aumentata a 5.500 euro con un sopraprezzo di 152.000 puntando alla raccolta di equity crowdfunding, a cui RE(Y) VENEZIA aggiungerà un prestito bancario.
Il centro commerciale si impegnerà a pagare alla società veicolo un canone (noleggio operativo), che però non viene indicato nel business plan, per un periodo di 20 anni che dovrebbe garantire il ritorno dell’investimento iniziale e un introito per i soci.
Investimento ad alto rischio
L’amministratore unico di RE(Y) VENEZIA è Massimiliano Braghin, manager di numerosi progetti nel campo delle rinnovabili, tra cui WE(Y) e EfficiencySport Busto Arsizio, un palazzetto dello sport anch’esso finanziato tramite equity crowdfunding.
Tra i partner del progetto Habitech che fornirà la certificazione energetica, Banca Etica e l’associazione Alumni dell’Università Ca’ Foscari.
La riqualificazione prevista, stima – ma non indica un range – anche un aumento del valore dell’immobile sottolineando la ricaduta occupazionale per circa 24 persone su sei mesi di lavoro.
L’investimento è connotato da alto rischio, come detto: la società da poco costituita non presenta risultati economici e non ha approvato alcun bilancio. Le quote offerte in sottoscrizione non sono negoziate su nessun mercato regolamentato e sono altamente illiquide.
L’incognita delle misure anti-Covid
L’offerente potrebbe perdere i requisiti di start-up innovativa con conseguente decadenza dei benefici fiscali per gli investitori. Uno dei principali rischi del progetto è legato alla principale fonte di reddito dell’Offerente costituita dal canone di noleggio operativo, che dal business non viene identificato in modo chiaro, pagato dal centro commerciale “La Piazza” che utilizza gli impianti di proprietà di RE(Y).
In base ad un contratto di 20 anni se il centro commerciale non fosse in grado di pagare in parte o totalmente il canone verrebbe meno la principale fonte di reddito dell’Offerente.
Le proiezioni includono flussi di ricavi legati agli incentivi, e sebbene prudenziali è possibile che per problemi burocratici o per dinamiche del mercato non prevedibili, i ricavi siano inferiori a quanto stimato.
Considerazione simile per i costi dei lavori di impianto e manutenzione previsti che ammontano a circa €778.000, e che dovranno concludersi in sei mesi: potrebbero non essere sostenibili per la road map indicata a partire da giugno 2020. Ad oggi, ricordiamo, che simili limiti temporali sono da ritenersi ipotetici in questo momento di pandemia in quanto sottoposti a decreti specifici.
Campagna dall’impatto troppo local
L’intervento è stato definito sulla base di precise analisi energetiche e progettazioni dove si mette in risalto anche la ricaduta professionale di processo e di indotto, resta però limitata ad una campagna di equity crowdfunding molto geograficamente circoscritta benché lodevole negli intenti socio-economici.
Il business plan di RE(Y) proietta i risultati attesi su un periodo di 20 anni. Si tratta di proiezioni che possono essere diverse da quanto si realizzerà effettivamente, atteso che agli investitori professionali viene richiesta la sottoscrizione obbligatorio del 5% del capitale nominale vincolando per tre anni l’uscita dall’operazione.