GTV su CrowdFundMe: il financial

Analisi Offerta 

Global Tech Ventures (GTV LLP) è una holding di diritto lussemburghese con un attivo di €4,3m e un vasto network di partners internazionali. Sottolineiamo il fatto che circa €0,7m dei €4,3 raccolti sono stati investiti direttamente dai partner di GTV, anche a dimostrazione del commitment del management. La holding è stata creata ed è gestita da 2 investitori con decenni di esperienza negli investimenti alternativi e in ambito digitale: 

  • Roberto Bossi, COO – ex General Manager do Banca IMI, ha lanciato e gestito numerosi veicoli di investimento e siede nel board di diversi fondi di investimento;
  • Alessandro Rivetti, Chief Investment Officer – è stato uno dei primi investitori di Bakeka.it, di cui è stato poi CEO. È inoltre investitore e consigliere di numerose aziende tech in USA, Europa e Israele.

Entrambi i partner negli ultimi anni hanno anche investito personalmente in numerose aziende innovative (e.g. Uber, Telegram, Deliveroo, N26) registrando un tasso interno di rendimento (TIR) medio superiore al 20%.

La documentazione fornita dalla società si compone di:

  • Visura della società delibera di aumento del capitale;
  • Visura della holding lussemburghese;
  • Investo deck contenente una descrizione sommaria dell’iniziativa.

Purtroppo non è ancora presente, ad oggi, alcun bilancio della holding lussemburghese. Il management dovrebbe fornire a breve il bilancio 2020.

Investment Strategy

GTV Italia, promotrice della campagna di crowdfunding, è il veicolo creato per permettere a potenziali investitori italiani di entrare a far parte di GTV LLP, in cui affluiranno i capitali raccolti tramite la campagna. I nuovi soci di GTV Italia, infatti, parteciperanno pro-quota agli investimenti già esistenti nel portafoglio di Global Tech Ventures e con la liquidità raccolta verranno eseguiti 5 o 6 nuovi investimenti entro il prossimo anno.

L’investment strategy di GTV si focalizza sul vertical del Tech, il quale si è dimostrato il più redditizio nell’ultimo decennio, con un focus sui mercati europei, USA e israeliano. La holding non investe in start-up in fase seed, si concentra invece su società già strutturate e consolidate, con una valutazione di almeno €50m. Analizzando il portafoglio esistente vediamo infatti società ad alto contenuto tecnologico, tra cui:

  • Bird – operatore di micromobilità urbana che ha lanciato i suoi monopattini elettrici a Milano in varie città europee anche grazie all’acquisizione di un competitor. L’investimento di GTV è stato di €0,5m;
  • Coursera – la famosa piattaforma di formazione online con oltre 20m di utenti registrati che punta all’IPO nel 202. L’investimento di GTV è stato di €0,5m;
  • Rapyd – la maggiore piattaforma di Payment-as-a-Service operativa in oltre 100 paesi e con clienti del calibro di Amazon e Ikea;
  • Toast – una delle principali piattaforme cloud dedicate al mondo della ristorazione che potrebbe essere oggetto di IPO nel 2021. L’investimento di GTV è stato di €1m;
  • 23andme – azienda californiana che si occupa di genomica e biotecnologia e che prevede di quotarsi in borsa entro la metà del 2021 anche grazie a una fusione con VG Acquisition, società controllata da Virgin. L’investimento di GTV è stato di €0,5m.

L’orizzonte temporale degli investimenti è relativamente breve, il management infatti prevede di mantenere le partecipazioni per 3-5 anni e il ritorno atteso è del 2/2,5x.

GTV riesce ad accedere a tali opportunità di investimento grazie alle partnership con principali fondi di Venture Capital a livello globale come ad esempio Sequoia Capital, Tiger Global, G-Squared e Goldman Sachs. In base agli accordi con tali fondi, GTV agisce tendenzialmente come co-investitore, con chip minimi che vanno da €0,5M a €1M a seconda dei round di investimento.

Struttura commissionale

GTV ha previsto una struttura commissionale semplice, composta di:

  • Management fee – pari al 2% del capitale totale investito, di cui lo 0,5% necessario a coprire i costi amministrativi e di struttura;
  • Performance fee – pari al 25% della plusvalenza generata. Tale commissione viene applicata solamente al superamento dell’hurdle rate (rendimento minimo) pari al 7%. Ciò significa che la performance fee sarà trattenuta solo se il TIR finale sarà superiore al 7% e verrà applicata sulla plusvalenza eccedente a tale soglia.

Ritorno atteso

Il management, all’interno dell’investor deck, stabiliscono il ritorno atteso (TIR) al 20% annuo, il che porterebbe a un moltiplicatore del 2x sul capitale investito in 5 anni. Tali risultati si intendono al netto delle management fee.

Le eventuali plusvalenze risultanti dai disinvestimenti saranno accreditate dalla holding lussemburghese al GTV Italia S.r.l. dopo ogni exit. Il veicolo italiano provvederà alla distribuzione annuale dei dividendi. Al termine del primo ciclo di investimenti (5 anni), quando tutti gli investimenti saranno stati liquidati, ogni socio potrà decidere se recuperare il capitale investito o se partecipare a un nuovo ciclo.

Valutazione Pre-money

La valutazione Pre-Money della holding è di €4,3M ed è basata sul valore di bilancio degli investimenti detenuti da GTV. Si evidenzia che tale valore potrebbe non rispecchiare il fair value delle partecipazioni in quanto non tiene conto di eventuali aumenti di valore delle partecipate. A titolo esemplificativo, 23andme ha effettuato un nuovo round di investimento a fine 2020 in cui la società è stata valutata $82.5M, con una rivalutazione del 35% rispetto all’investimento di GTV.

Riepilogo

GTV cerca di dare anche ai piccoli investitori l’opportunità di investire al fianco di alcuni dei maggiori fondi internazionali di VC. Il portafoglio attuale è composto di società che hanno il potenziale di diventare unicorni nei prossimi anni. Il rendimento proposto dal management, per quanto apparentemente alto ed ambizioso, risulta essere in linea con i risultati registrati dal settore del PE e VC nel 2019. Secondo i dati pubblicati da AIFI, infatti, nel 2019 il ritorno medio delle exit effettuate dai fondi di investimento alternativi è stato del 21%. La media dal 2017 al 2019 invece si è attestata intorno al 17%. 

Per quanto riguarda la struttura commissionale, la management fee (2%) è in linea con lo standard di mercato (1,5-2,5%). La performance fee risulta invece superiore alla media del mercato (intorno al 20%).

Il soft – cap (€250.000) è stato ampliamente superato mentre l’hard – cap è di €3M e tutti i soldi raccolti saranno utilizzati per finanziare le future acquisizioni.

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