Analisi business plan
In piattaforma la società presenta un solo documento per comunicare il progetto ai futuri investitori.
Le informazioni sono sufficientemente esaustive sul modello adottato dalla società, chiarificando i punti di forza del nuovo approccio che Oliviamo intende adottare.
La società propone un progetto a lungo termine, indicando da subito ai potenziali investitori l’approccio agricolo super intensivo che produrrà una serie di ritorni economici attraverso la distribuzione degli utili solo dopo la trasformazione di Oliviamo da StartUp innovativa a PMI.
Data la particolarità del business, considerate le tempistiche relative alla coltivazione di olive, la società fornisce in un foglio riassuntivo, le proiezioni economiche di base per i prossimi 20 anni. Vengono esposte quelle le principali metriche di conto economico necessarie alla comprensione dell’evoluzione finanziaria di Oliviamo.
Analisi di mercato e vantaggio competitivo
Il management societario inserisce nel documento caricato in piattaforma un’analisi del mercato di riferimento di tipo macroeconomico, esplicitando le dinamiche nazionali ed internazionali di produzione, import ed export del prodotto coltivato. Il mercato dell’olio d’oliva è in crescita, con un CAGR stimato tra il 2017 e il 2025 del 6,3%.
La bilancia commerciale relativa al bene in questione è negativa. In Italia in termini di volume, negli ultimi nove anni, l’import è sempre stato superiore all’export, anche in termini di valore, sebbene con valori leggermente più contenuti si assiste ad una tendenza negativa.
Il Business Plan non contiene informazioni specifiche sui competitor di Oliviamo. Viene fornita un’analisi sommaria della composizione delle aziende agricole operanti nel settore, divisi in aziende competitive (37%) e aziende marginali (63%).
Quello che traspare con maggior forza dal documento è invece il carattere innovativo dell’approccio alla coltivazione adottato.
Infatti si parla di coltivazioni super intensive, ispirate alle tecniche viticole, che prevedono, a differenza di approcci di tipo tradizionale ed intensivo, processi di potatura, irrigazione e raccolta meccanizzati ed automatizzati. Quindi, i punti di forza identificati dalla società posso essere riassunti come segue:
- Aumento produttivo per ettaro del 370% e contestuale riduzione dei costi di raccolta di circa il 95% passando da 65€/quintale a 3,68€/quintale;
- Riduzione dei tempi di raccolta grazie all’automatizzazione e meccanizzazione dei processi, da 100 ore impiegate per ettaro a 2 ore per ettaro;
- Creazione di una piattaforma di monitoraggio che darà modo agli investitori di controllare la produzione e quindi i ritorni attesi;
- Partnership con azienda leader e disposizione di 100 ettari in gestione per la creazione dei campi.
Nella totalità dei costi che riguardano la coltivazione di ulivi, si passa da un costo complessivo per quintale di circa 120€ in regime di coltivazione tradizionale, a 19€ totali per quintale dell’approccio che Oliviamo vuole adottare, con un decremento di circa l’85%. Tale riduzione è in larga parte dovuta alla riduzione dei costi di manodopera dipendente ed indipendente (circa il 50% del totale dei costi variabili) attraverso la meccanizzazione dei processi.
Le differenze riguardano anche le quantità prodotte. Infatti, la società prevede con il metodo adottato di produrre 130 quintali per ettaro coltivato, oltre l’80% in più rispetto a quanto viene raccolto con un approccio tradizionale.
Business model e road map
La società non esplicita il business model adottato. È però presente sulla pagina dedicata in piattaforma una preliminare distinzione tra due tipologie di prodotto.
- Posizionamento in una fascia di prodotti medio – alta a prezzi altamente competitivi dati i costi sostenuti per la produzione;
- Produzione di prodotti di nicchia per il settore lusso e intenditori.
Non è poi esclusa la possibilità di entrare nel mercato dei prodotti per la cura personale a base di olio che, come viene specificato, hanno un mercato in forte espansione.
In Business Plan viene anche indicata una Road Map che la società intende seguire.
Dopo la chiusura del round di investimento, la società prevede di installare i primi impianti dopo l’acquisto dei cultivar entro la fine di ottobre. Dicembre dello stesso anno rappresenta la data di lancio della piattaforma di monitoraggio per gli investitori. La milestone che rappresenta un punto di focale importanza è sicuramente il 2023, quando gli impianti andranno in produzione. Il 2045 è da considerarsi per la società l’anno di fine del ciclo di vita degli impianti.
Analisi proiezioni economiche
Nel documento presentato in piattaforma c’è un foglio che racchiude le proiezioni economiche che Oliviamo prevede per i prossimi 20 anni.
Tale limite temporale è stato scelto considerando il ciclo di vita di impianti similari a quelli che Oliviamo intende strutturare.
La società prevede un investimento iniziale di circa 1.250.000€, attendendo circa 500.000€ dal progetto in Equity Crowdfunding e la restante parte ottenuti attraverso un finanziamento bancario a 10 anni. Gli assunti che portano alla determinazione delle previsioni sono spiegati in modo lineare e sufficientemente approfondito.
Come si evince dalla tabella presentata, per i primi due anni non sono previsti ricavi, data la particolarità del business. Al terzo anno, primo di raccolta, si prevede una capacità produttiva di circa il 40% (338.000kg) con ricavi da vendite per oltre 200.000€. Il raccolto del quarto anno invece restituirà circa l’80% della produzione (676.000kg) per ricavi stimati superiori a 400.000€, con un incremento rispetto all’anno precedente del 100%.
Dal quinto anno in poi la coltivazione andrà a regime producendo circa 845.000 kg di olive ogni anno, per un ricavo totale da vendite di olive di 507.000€, con circa 279.000€ di costi totali. L’EBITDA a regime fino al ventesimo anno di attività supera i 227.000€ con un margine sul fatturato di circa il 45%, generando un cash flow annuale importante. Durante i 10 anni che la società impiegherà a restituire quanto ricevuto in finanziamento (si ipotizza oltre 750.000€) raggiungerà invece un flusso monetario non superiore a 138.000€.
Nel documento presentato è poi specificata anche la destinazione del capitale raccolto. Sia che si raggiungano cifre vicine al Soft – Cap (100.000€), che cifre vicine all’Hard – Cap (1.000.000€), la società prevede di investire la totalità del capitale per la costruzione degli impianti necessari. Nel caso in cui, ci fosse un’adesione particolare al progetto che raggiunga cifre vicine ai 2.000.000€ (sarebbe però necessario un nuovo aumento di capitale) la società prevede di destinare circa il 25% del raccolto per l’acquisto di un frantoio per integrare la propria filiera produttiva.
Struttura Dividendi e valutazione societaria
Proprio per la particolare connotazione del business, la società ha strutturato diverse tipologie di quote che restituiranno agli investitori rendimenti sotto forma di dividendi differenti.
In Business Plan viene presentata la seguente distinzione per una quota investita di 10.000€ ed un utile annuo medio di circa 150.000€.
- Quote B per investitori professionali – quota di utile 58% e ROI medio annuale (detrazione al 30% sull’investimento in Start up innovativa) pari a 24,71%;
- Quote C per Early Adopter – quota di utile 58% e ROI medio annuale (detrazione al 30% sull’investimento in Start up innovativa) pari a 24,71%;
- Quote D Crowd Premium – quota di utile 54% e ROI medio annuale (detrazione al 30% sull’investimento in Start up innovativa) pari a 23%;
- Quote E Crowd Standard – quota di utile 52% e ROI medio annuale (detrazione al 30% sull’investimento in Start up innovativa) pari a 22,15%;
Il metodo di calcolo della valutazione Pre – Money della società pari a 2.000.000€ non viene esplicitato nella presentazione fornita. Non è prevista da parte della società un’eventuale exit strategy per gli investitori.