Stefano Russano, CEO di Aicube, è laureato in ingegneria al Politecnico di Milano, specializzandosi in Bioingegneria. Lavora da più di 25 anni nel comparto “salute” contribuendo in maniera significativa allo sviluppo del business affidatogli. Negli ultimi 5 anni ha diretto un’azienda, leader nel settore, da 20 Mil USD come amministratore delegato.
La raccolta fondi per la start-up è stata effettuata nel 2019 su CrowdFundMe.
Stefano, quando e come è nata l’idea del vostro prodotto/servizio?
AICube vuole cogliere l’opportunità che il settore dell’assistenza sanitaria sta offrendo in questi ultimi anni, unitamente all’importante innovazione tecnologica fornita dall’intelligenza artificiale ed in particolare dal Machine Learning. I costi per la collettività nella cura dei pazienti stanno diventano insostenibili per la maggior parte dei paesi industrializzati; inoltre l’aumento della spesa nel comparto salute non si riflette necessariamente in una miglior cura per i pazienti.
L’opportunità che si sta presentando ormai da tempo è quella di fornire soluzioni innovative, al fine di limitare i costi, nella cura delle malattie per poterli reindirizzare nella prevenzione con lo scopo di ridurre il numero di decessi legati in particolare a malattie non trasmissibili (NCDs) aumentando l’aspettativa e la qualità di vita delle persone.
In AICube crediamo che la prevenzione e la medicina predittiva che utilizzino le nuove tecnologie di Machine Learning, siano strumenti fondamentali per operare in un mercato con la maggior crescita prevista in cui è obbligatorio investire ora e nei prossimi anni.
L’opportunità che si sta presentando ormai da tempo è quella di fornire soluzioni innovative, al fine di limitare i costi, nella cura delle malattie per poterli reindirizzare nella prevenzione con lo scopo di ridurre il numero di decessi legati in particolare a malattie non trasmissibili (NCDs) aumentando l’aspettativa e la qualità di vita delle persone.
In AICube crediamo che la prevenzione e la medicina predittiva che utilizzino le nuove tecnologie di Machine Learning, siano strumenti fondamentali per operare in un mercato con la maggior crescita prevista in cui è obbligatorio investire ora e nei prossimi anni.
Perché hai scelto per la tua azienda il finanziamento tramite l’equity crowdfunding?
Le piattaforme di crowdfunding hanno il vantaggio di poter confermare attraverso la raccolta fondi la risposta del mercato all’idea che si vuole finanziare. Generalmente gli investitori di queste piattaforme non sono professionali, scelgono quindi l’investimento da fare secondo metriche non esclusivamente finanziarie, ma anche di carattere generale, come per esempio l’appartenenza al customer target, l’emozione che il progetto suscita (se ben presentato) o l’etica.
Quali sono le principali criticità che hai incontrato durante il processo di elaborazione e di raccolta della campagna?
Abbiamo fatto insieme agli amici di Crowdfundme un ottimo lavoro di preparazione alla presentazione del progetto sul portale. Inoltre hanno suggerito attività di comunicazione ongoing (meet the founder webinar) per rendere più interessante la campagna nei momenti di stallo.
Il team della società è ancora quello originale? Ci sono state nuove entrate o qualcuno è uscito?
Il Team originale è ancora presente. Si sono aggiunte delle figure professionali a carattere consulenziale per le attività di Ricerca e Sviluppo, regolatorio.
Il progetto sta continuando oppure è terminato, come sta andando?
Il progetto è in linea con il piano industriale. Abbiamo subito un breve rallentamento a causa della pandemia, ma nulla di stravolgente. Tutti i KPI sono allenati alle aspettative del 2020.
Come interagisci con i tuoi investitori, quali feedback hai da loro?
Oltre alle notifiche obbligatorie per legge, ho da sempre creduto che gli investitori debbano sentirsi parte del progetto oltre il periodo di raccolta fondi. A tal proposito comunico trimestralmente con tutti l’avanzamento del progetto sia attraverso newsletter che attraverso il sito di Crowdfundme.
Ripeteresti l’esperienza del crowdfunding?
Certamente. Abbiamo imparato molto dalla campagna e dalla gestione delle complessità di una compagine societaria così popolata ed eterogenea.