Piattaforme di crowdfunding, via libera a nuova normativa Ue

European EU flags in front of the Berlaymont building, headquarters of the European commission in Brussels

Sarà operativa dalla fine del 2021, all’orizzonte più ampie fette di mercato per piccole e medie imprese e start-up 

Lunedì 5 ottobre, al termine della votazione nella sessione plenaria del Parlamento europeo, è stato approvato in via definitiva l’accordo raggiunto con il Consiglio, relativo alle regole dell’Ue, per la promozione delle piattaforme di crowdfunding. La nuova normativa sarà operativa dalla fine del 2021. Si tratta di una vera rivoluzione, poiché si sancisce la nascita di un regime da applicare in maniera armonica, in tutti i Paesi dell’Unione. 

Si potranno raccogliere fino a 5 milioni di euro di fondi all’anno

Quali le novità che si avranno con l’accordo? Si parte innanzitutto dalla possibilità per ogni pmi di usufruire di una fetta più ampia di mercato, poiché le imprese potranno presentare – attraverso portali autorizzati – i propri progetti non solo agli investitori (grandi e piccoli) del Paese in cui hanno sede, ma anche negli altri Stati dell’Ue. Potranno raccogliere fino a 5 milioni di euro all’anno, naturalmente previo via libera da parte delle autorità competenti dei singoli Paesi, che faranno da filtro vigilando sulle piattaforme. L’accordo prevede inoltre che gli investitori diventino soci della impresa che finanziano e che il capitale sia restituito insieme a un interesse (tecnicamente si parla di lending e debt crowdfunding). Le nuove modalità andranno, dopo un periodo di rodaggio, a sostituire quelle in vigore sul singolo territorio nazionale. 

La modalità equity fund ha portato nelle casse di pmi e start-up italiane oltre 150 milioni di euro

Per quel che riguarda la equity crowdfunding – modalità per la quale, a fronte di un investimento, l’azienda oggetto della campagna di raccolta riconosce, appunto, all’investitore, un titolo di partecipazione della stessa società –  l’Italia è stato il primo Paese (tra il 2012 e i 2013) a regolamentarla. Fino ad oggi, in sette anni di regolamentazione, la modalità ha fatto confluire nelle casse di oltre 500 piccole e medie imprese e start-up italiane, più di 150 milioni di euro.