Con oltre 80 milioni di euro raccolti e un successo delle campagne di raccolta del 75% soltanto nel 2019, l’equity crowdfunding è in grande crescita in Italia: questa branca del crowdfunding nel nostro Paese ha un rilievo particolare, perché permette alle PMI e alle start-up di reperire fondi direttamente dagli investitori e agli investitori di diversificare il proprio portafoglio, con la possibilità di finanziare iniziative in cui credono. Ma che cos’è precisamente l’equity crowdfunding?
Equity crowdfunding: come trovare soci che credano nel tuo progetto
L’equity crowdfunding è una sottocategoria del crowdfunding, lo strumento di finanza alternativa che consente di raccogliere denaro dalla community del web tramite gestori autorizzati dalla Consob e piattaforme dedicate.
L’equity crowdfunding è un modello di crowdfunding con cui gli investitori diventano veri e propri soci dell’azienda che chiede i fondi, e per questo sottoscrivono il capitale di rischio (da cui l’equity della definizione), partecipando con diritti amministrativi o patrimoniali. In cambio del denaro concesso, gli investitori ricevono quote delle azioni della società.
Gli altri due modelli base del crowdfunding comprendono il donation crowdfunding, basato su donazioni senza ricompense materiali, e il reward crowdfunding, in cui a fronte di un investimento sono previste ricompense in termini di prodotti o servizi da parte dell’azienda che riceve il denaro.
Quali sono le aziende che possono fare equity crowdfunding?
Date l’elevata presenza di PMI in Italia – le ricerche indicano 4 milioni di piccole, medie e microimprese registrate in Italia – e la crisi economica del 2008 con la conseguente difficoltà di avere denaro dalle banche, il Parlamento italiano è stato il primo a livello europeo nel 2013 a delineare una normativa specifica per l’equity crowdfunding. In base al primo Decreto-legge del 2012 e le leggi successive, possono accedere all’equity crowdfunding le start-up e le PMI, e, in particolare, tra queste le società di capitali e le cooperative non quotate in borsa.
Chi può investire nell’equity crowdfunding?
Le persone fisiche e giuridiche possono finanziare le aziende online, quindi sia i privati che le società. Per aderire ad un’offerta online, è necessario compilare un questionario presente sulla piattaforma, in cui tra l’altro si deve confermare di aver letto tutte le informazioni sulle caratteristiche e sui rischi dell’investimento, e confermare di essere in grado di sostenere economicamente la perdita dell’investimento.
Equity Crowdfunding: come funziona
Attraverso specifiche piattaforme internet autorizzate e regolate dalla Consob, i gestori mettono in contatto le start-up e le PMI in cerca di fondi con i potenziali investitori. L’offerta online prevede un importo massimo da raccogliere in un periodo determinato di tempo; in base alla legge, almeno il 5% della somma totale deve essere versata da un investitore professionale, ad esempio una banca o un incubatore certificato.
Se la raccolta va a buon fine, gli investitori diventano soci dell’azienda, partecipando al rischio in base alla quota che hanno versato. Se entro il tempo stabilito la somma prevista non viene raccolta, l’offerta si chiude e gli investitori ricevono completamente il denaro che avevano versato.
Equity Crowdfunding: i vantaggi per le Start up e le PMI
Questa particolare modello di crowdfunding è uno strumento di finanza alternativa e permette alle imprese che vogliono finanziare un progetto di accedere in tempi rapidi a capitali che altrimenti non avrebbero modo di ottenere: i tempi medi delle offerte sono infatti di un mese.
Si tratta di un procedimento abbastanza simile alla quotazione di una società in borsa e la relativa vendita di titoli azionari, ma senza i requisiti formali e sostanziali di un mercato regolato.
Equity Crowdfunding: deduzioni fiscali e vantaggi per i finanziatori
I finanziatori hanno diversi vantaggi, sia materiali che immateriali.
In primo luogo, gli investitori hanno la possibilità di ottenere vantaggiose deduzioni fiscali in seguito all’investimento.
Vi è poi l’opportunità di diversificare il proprio portafoglio di investimenti e, esclusa la quota che si decide di versare per finanziare il progetto, gli investitori non hanno costi per partecipare alle offerte delle piattaforme.
In particolare, è possibile guadagnare sul lungo termine in tre modi:
- Vendita della società
Se il progetto ha successo, può capitare che i concorrenti più grandi o altre società comprino la PMI o la start-up, permettendo quindi agli investitori di vendere le loro quote. - Quotazione in borsa
Dopo una prima fase di avvio e la successiva crescita, magari anche grazie al successo ottenuto con la campagna di equity crowdfunding, la PMI o la start-up può essere quotata in borsa. In questo caso gli investitori possono ceder le proprie quote societarie. - Distribuzione dei dividendi dopo cinque anni
La legge prevede che le start-up innovative debbano mantenere lo status di aziende innovative per cinque anni. Dopo questo periodo è possibile distribuire gli utili ai soci.
I vantaggi immateriali riguardano la possibilità di investire in qualcosa in cui si crede, di trovare idee e progetti imprenditoriali da seguire e da coltivare, partecipando in prima persona e contribuendo alle iniziative. Più in generale, investire in una PMI o in una start-up grazie all’equity crowdfunding è un modo per sostenere la crescita delle imprese italiane, potendo scegliere direttamente dove e con chi collaborare.