Invoice trading: un crowdinvesting atipico

Il crowdinvesting è una sottocategoria del crowdfunding, con cui una pluralità di persone (crowd) investe (investing) in un’idea imprenditoriale attraverso specifiche piattaforme online.

In base alle varie tipologie di crowdinvesting, le ricompense per gli investitori possono comprendere ad esempio quote societarie, interessi su prestiti, quote di una locazione o di una vendita di un immobile. Tra le modalità con cui le imprese ricevono finanziamenti tramite gli investitori online rientrano inoltre il royalty crowdfunding, cioè la ricompensa tramite diritti di autore, licenze, brevetti, marchi registrati, e l’invoice trading, cioè l’anticipo di fatture commerciali.

Che cos’è l’invoice trading

L’invoice trading è uno strumento di finanza alternativa con cui le PMI possono cedere le proprie fatture commerciali agli investitori, che le acquistano anticipando l’importo al netto della remunerazione.
Questa tipologia di crowdinvesting esiste in Italia dal 2013 e gli studi parlano di un settore in crescita, che consente di avere denaro disponibile e di contrastare il fenomeno del credit crunch, cioè la difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese, in particolare le PMI, sui canali tradizionali.

A chi è rivolto l’invoice trading?

Quali imprese

L’invoice trading è un metodo per avere capitale circolante in modo rapido grazie alla cessione di fatture non ancora scadute. È rivolto quindi a tutte le aziende che hanno necessità di liquidità in tempi rapidi, e per la quale sono disposte a ricevere un importo inferiore rispetto a quello previsto dalla fattura.
Gli studi in questo settore hanno rilevato che si tratta soprattutto di PMI che non riescono ad accedere al credito tradizionale, che sono disposte a pagare interessi a volte più alti rispetto a quelli delle banche, e che gli importi unitari delle fatture di cui chiedono lo sconto vanno da 1.000 a 10.000 euro.

Per questa particolare categoria di crowdinvesting, poi, spesso le piattaforme pongono dei limiti sia in termini di importi che di società che vi possono accedere: ad esempio soltanto le società di capitali con un determinato fatturato o di un determinato settore.

Quali investitori

Anche se fa parte del crowdinvesting, l’invoice trading è tra le tipologie meno tipiche, perché nella pratica gli investitori sono limitati e anticipano importi sostanziosi. Inoltre, l’importo delle fatture non si può dividere in tante quote come accade ad esempio con l’equity crowdfunding (link).
Gli investitori che acquistano le fatture sono i privati, le imprese e gli investitori professionali come banche e imprese di assicurazione.

Come funziona l’invoice trading?

Il meccanismo è lo stesso del tradizionale anticipo fatture, con cui banche, aziende e intermediari finanziari acquistano i crediti commerciali delle imprese, ma con la differenza che, grazie alla velocità e alla semplicità offerte dalla digitalizzazione, i tempi per ricevere la liquidità sono di circa 48 ore, rispetto ai 90 giorni e più previsti dalle banche e da altri istituti specializzati. Gli importi ricevuti variano tra l’85% e il 90% del valore della fattura e l’importo restante viene trattenuto come garanzia dalla piattaforma e versato poi all’impresa momento della scadenza della fattura.
Le fatture accettate sono soltanto quelle inviate alle s.p.a.: sono escluse le fatture verso gli enti della Pubblica Amministrazione.

Le PMI che desiderano anticipare una o più fatture commerciali si registrano e inviano una richiesta alle piattaforme che si occupano di invoice trading.
Le piattaforme valutano la richiesta analizzando vari fattori, tra cui il merito creditizio e altri dati presenti sulle banche dati.
In base a questi dati le piattaforme stabiliscono un rating, un punteggio.
Se la richiesta viene accettata, le fatture sono pubblicate sulla piattaforma e diventano disponibili all’acquisto da parte degli investitori.
Il meccanismo di acquisto è in genere quello dell’asta al rialzo, con cui l’investitore che propone il prezzo più basso su aggiudica la fattura.

Inoltre, In base alla piattaforma, le fatture possono essere cedute in due modi:

  1. Pro solvendo: l’impresa che cede la fattura si assume il rischio di insolvenza
  2. Pro soluto: l’investitore si assume il rischio di insolvenza.